V. 14 N. II (2023)
Scrittura / Lettura / Ascolto

L.S. Petruševskaja nello specchio di vita e arte: la «scrittrice con una biografia»

Giulia Marcucci
Università per Stranieri di Siena

Pubblicato 2023-12-22

Parole chiave

  • Petruševskaja,
  • prosa autobiografica,
  • teatro

Come citare

Marcucci, G. (2023). L.S. Petruševskaja nello specchio di vita e arte: la «scrittrice con una biografia». L’ospite Ingrato, 14(II), 189–203. https://doi.org/10.36253/oi-15578

Abstract

L’opera di Petruševskaja è paragonabile al bosco folto e pieno di rami intrecciati, con cui iniziano le memorie La bambina dell’hotel Metropole. Districarsi in questo labirinto non è semplice, per la varietà dei generi trattati dall’autrice e per il lavoro ostile della censura sovietica, che ha permesso la pubblicazione dei racconti, delle pièce e delle favole con continuità solo a partire dalla Perestrojka. Il fatto che le memorie siano state scritte e pubblicate nel 2006, ovvero molto tempo dopo il periodo qui raccontato, compreso tra il 1938 e il 1948, e soprattutto a distanza di quasi quarant’anni dall’ esordio di Petruševskaja a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, è un paradosso solo apparente. È infatti indubbio che il vissuto in tanta parte traumatico dell’infanzia abbia richiesto una lunga rielaborazione, oltre che un contesto culturale adeguato, prima di poter essere condiviso con i lettori. L’ipotesi che guida questo contributo è che le memorie, insieme ad altri racconti autobiografici degli anni Duemila vadano visti non tanto come “punto di approdo”, bensì come perno attorno a cui far ruotare una rilettura critica dell’opera della narratrice e drammaturga russa; procedendo dunque dalla prosa autobiografica e dalla saggistica, e indietro attraverso il teatro e le favole, in questo contributo si propone al lettore italiano una presentazione per ora solo parziale dell’opera e della poetica di Petruševskaja intrecciata alla sua vita e alla vita di un intero paese.