V. 14 N. II (2023)
Sezione monografica: «Tutta distrutta, tutta nuova nata». Poesia e macerie

Macerie, resti, residui nella poesia di Fabio Pusterla

Sabrina Stroppa
Università per Stranieri di Perugia

Pubblicato 2023-12-22

Parole chiave

  • Fabio Pusterla,
  • rovine,
  • tempo,
  • resto antropico,
  • gesto poetico

Come citare

Stroppa, S. (2023). Macerie, resti, residui nella poesia di Fabio Pusterla. L’ospite Ingrato, 14(II), 153–165. https://doi.org/10.36253/oi-15576

Abstract

A partire dalla distinzione concettuale tra rovina e maceria, l’articolo investiga e categorizza le forme ricorrenti di residualità nell’opera poetica di Fabio Pusterla, tracciando le coordinate essenziali di una poetica del residuo e di una “teoria del resto”. Il paesaggio naturale infatti, svuotato di ogni compostezza o coerenza nella sua presentazione, è solidale con il resto antropico, di cui la spazzatura e gli scarti del passaggio umano costituiscono i segnali e i frammenti che l’occhio instancabilmente cattura e ingigantisce, predisponendoli a essere abitati dal linguaggio. Al cuore del gesto poetico di Pusterla sembra quindi possibile identificare un esercizio del linguaggio che sa come mantenere aperta la relazione con il tempo, e quindi con il racconto, proiettando una storia delle origini, con la sua ancestrale nobiltà, verso un futuro incombente.